Immagine di testata: estratto foto storica Archivio Fototeca civica Città di Alessandria, Fondo Borsalino – Reparti di lavorazione

La Borsalino

 

È in un cortile di via Schiavina ad Alessandria che nel 1857 Giuseppe Borsalino e il fratello Lazzaro danno vita alla leggenda: comincia la produzione dei cappelli Borsalino che da lì a pochi anni avrebbero viaggiato per il mondo e lungo la Storia.

Giuseppe Borsalino nasce a Pecetto di Valenza, sulle colline del Monferrato, il 15 settembre 1834. Straordinariamente intelligente ma di scarsa applicazione agli studi, abbandona la famiglia a 13 anni per recarsi nella vicina Alessandria, dove lavora per circa quattro anni come apprendista cappellaio nella bottega di Sebastiano Camagna.

A diciassette anni parte per la Francia: Marsiglia, Aix en Provence, Bordeaux e infine Parigi, in Rue du Temple, dove si fabbricavano cappelli di lusso di pelo di castoro. Rigorosamente a mano. Appresi i segreti dei migliori maestri francesi, nel dicembre del 1856, munito di certificato di mestiere, rientra in Italia.

 
Foto Archivio Fototeca civica Città di Alessandria, Fondo Sartorio – Operaie durante la lavorazione dei cappelli della ditta Borsalino di Alessandria
Foto Archivio Fototeca civica Città di Alessandria, Fondo Sartorio – Operaie durante la lavorazione dei cappelli della ditta Borsalino di Alessandria

Insieme al fratello Lazzaro, all'inizio del 1857 impianta una follatura nei modesti locali di un cortile di Via Schiavina e, secondo le cronache, il 4 aprile realizza il primo cappello Borsalino. Le sue mani – si tramanda – erano le più abili mani da cappellaio che si fossero mai viste. Nel 1871 l'azienda vanta 130 dipendenti e produce 300 cappelli al giorno.

Giuseppe Borsalino decide per la svolta: acquistando nuovi macchinari l'avventura artigianale si tramuta in una impresa industriale di notevoli dimensioni che ha non poche ricadute positive sull'economia locale: la produzione di cappelli di qualità impone l'uso esclusivo di feltro di pelo di coniglio, e questo determina l'avviamento di allevamenti domestici in tutto il territorio. Nel 1880 l'azienda tenta la strada dell'export. Giuseppe Borsalino è, per l'epoca, un industriale moderno dai molteplici interessi che spesso riusciva a far coincidere con la sua attività di imprenditore: appassionato di montagna, nel 1894 si recò in Nuova Zelanda per scalare il Monte Cook.

 
 

Il viaggio fu l'occasione per tessere una proficua rete distributiva e per stabilire una importante base di rifornimento di materia prima pregiata. Ai primi del '900, il 60% della produzione Borsalino è destinato alle esportazioni. Nel 1900 muore Giuseppe Borsalino, lasciando il figlio Teresio alla guida dell'azienda. Non meno abile del padre, Teresio porta la Borsalino ai massimi splendori: lo stabilimento passa dai 2800 pezzi prodotti al giorno del 1901 fino ai 2 milioni di cappelli all'anno negli anni '20. Capitano d'industria e senatore del Regno, Teresio Borsalino si distingue anche quale generoso benefattore: finanzia a sue spese la costruzione dell'acquedotto cittadino, della rete fognaria, dell'orfanotrofio, della casa di riposo e del sanatorio. Per tali opere, Teresio instaura un rapporto privilegiato con gli architetti milanesi Arnaldo e Ignazio Gardella, padre e figlio.

Teresio Borsalino muore nel 1939. L'azienda passa al figlio della sorella, Teresio Usuelli, che a soli 25 anni si trova a gestire il momento più critico: la crisi degli anni '30, i bombardamenti del '44. alla fine della guerra, la ripresa: Borsalino crea circa 50 modelli nuovi all'anno, nel '47 riprende l'export e a metà degli anni '50 torna a produrre 800.000 cappelli l'anno. In continuità con la tradizione che lega Borsalino ad Alessandria, vengono realizzate importanti opere: Ignazio Gardella disegna le Case per i dipendenti ed la Taglieria del pelo, siglando un'altra pagina fondamentale della storia dell'architettura moderna. A partire dagli anni Sessanta la vita in fabbrica conosce un duro periodo di lotte sindacali. Anche la moda cambia, i mercati esteri chiudono e Borsalino patisce un progressivo declino. L'azienda intercetta i cambiamenti: i Borsalino, da accessori d'uso quotidiano, divengono oggetti di culto. Nel 1970 l'azienda produce “Borsalino” film con Alain Delon e Jean Paul Belmondo: lo straordinario successo riscosso al botteghino permette il seguito “Borsalino&Co.” nel 1973.

Le atmosfere fascinose che non risparmiano lo sfoggio dei mitici cappelli, rilanciano il marchio tra le nuove generazioni. Il 20 dicembre 1979, Teresio Usuelli, ultimo erede della famiglia Borsalino, lascia l'azienda. Oggi, la Borsalino Giuseppe & Fratello SPA ha conquistato la leadership mondiale della produzione di cappelli: icona del Made in Italy, i suoi cappelli sono universalmente conosciuti per l’eccellente qualità, l’inconfondibile stile e l’intramontabile eleganza. Borsalino è il cappello per antonomasia. Componente artigianale, tradizione ed innovazione si fondono perfettamente in un prezioso know-how di tecniche lavorative che si tramandano dall’inizio del secolo.


Tra i personaggi celebri nell'iconografia mondiale che hanno indossato un Borsalino:

Giuseppe Verdi, Winston Churchill, Benito Mussolini, Gabriele D'Annunzio, Henry Truman, Ernest Hemingway, Napoleone III, Pancho Villa, Giovanni Giolitti, Edoardo VIII d'Inghilterra, Gustavo di Svezia, l'imperatore del Giappone Hirohito, Giovanni XXIII, Giovanni e Umberto Agnelli, Charlie Chaplin, Maurice Chevalier, Gary Cooper, Orson Welles, Antony Quinn, Yul Brinner, Robert Redford, Warren Beatty, Federico Fellini, Vittorio Gassmann, Alberto Sordi, Leonard Cohen, John Dilinger, Al Capone.